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11 Maggio 2015
COLDIRETTI GROSSETO: GRATI ALL’OMA DI AVER SCELTO SILOE E LA MAREMMA PER IL PROPRIO BOARD

   Siamo grati all’Oma (Organizzazione Mondiale degli Agricoltori) di aver scelto la Maremma ed in particolare il Monastero di Siloe per lo svolgimento del proprio board”. Andrea Renna“la comunità monastica di Siloe, nella propria affascinante realtà, produce tra l’altro olio, peperoncino, zafferano, tisana di foglie d’olivo e rappresenta uno dei tantissimi punti di Campagna Amica Coldiretti che operano in provincia di Grosseto. Una sintesi di quell’albero della Vita che a Milano, presso l’Expo, è stato voluto con forza proprio da Coldiretti. I rami, il tronco e le radici sono le imprese agricole e le realtà come Siloe lo sintetizzano alla perfezione. Un grazie al Priore P. Mario Parente, a Padre Roberto, responsabile del centro studio San Benedetto di Siloe e a padre Stefano, nostro consigliere ecclesiastico, che hanno reso possibile nel migliore dei modi l’iniziativa. Il Monastero dove si seguono le regole di San Benedetto datate, ma molto attuali, rappresenta una chiave di volta perfetta del coltivare  per  custodire  e  custodire per coltivare e rendere possibile la vita umana, ma anche: custodire il creato e coltivare l’umano. Proprio su questi temi trattati nel saluto di benvenuto da Padre Roberto si è potuto porre in essere riflessioni e confronti che hanno arricchito i lavori del board”.

A Siloe, relativamente al settore agricolo, da 18 anni i Monaci hanno messo in atto vasti lavori di recupero di terreni in gran parte abbandonati da precedenti coltivatori che non riuscivano più a produrre reddito. Lavori di recupero alla produttività con il ripristino di rotazioni agrarie. Oggi sono attive le buone pratiche per la difesa delle biodiversità;  le pratiche di agricoltura biologica e a basso impatto ambientale ed energetico nei circa 45 ettari. Si adotta il  sistema che per secoli ha regolato la produzione agricola tradizionale, quello della rotazione agraria che riesce a salvaguardare nel medio e lungo periodo, sia le esigenze di produzione sia il fabbisogno  di rigenerazione della fertilità del territorio.
L’esercizio dell’ attività agricola non è solo motivata dalle esigenze di auto sostentamento della piccola comunità, ma è il modo di testimoniare la cura e la custodia del creato; di testimoniare uno stile di vita, coltivando  in un certo modo la terra, costruendo in un certo modo (come fare architettura), e vivendo relazioni interpersonali nel rispetto dell’alterità delle individualità (si potrebbe dire: una ecologia nei rapporti interpersonali). A capo della folta delegazione dell’Oma il segretario generale Marco Marzano de Marinis, con i vari componenti che rappresentano Europa, Africa, Nord America, America Latina, Asia e Oceania. La delegazione a conclusione dei lavori ha visitato alcune delle realtà più importanti del territorio tra le quali la Cantina Mantellassi e quella di Scansano. Particolarmente apprezzata la visita al mercato di Campagna Amica di via Roccastrada dove i componenti dell’Oma hanno potuto dialogare con i produttori presenti e complimentarsi per l’organizzazione del mercato. “Sono nati contatti importanti – ha concluso Renna – che auspico possano concorrere a far sì che i prodotti della Maremma arrivino anche in alcuni dei Paesi dove operano gli illustri ospiti. Nell’anno di Expo è significativo il fatto che la FAO abbia indicato il 2015 quale “anno internazionale dei suoli” per richiamare l’attenzione sulla necessità di salvaguardare la terra e segnatamente i territori agricoli, come risorsa precondizione della possibilità umana di una buona vita. Su questi temi Padre Roberto ha lasciato a tutti il compito per una riflessione che facciamo davvero nostra per ripensare alla terra come  un bene comune dato per la vita di tutta la famiglia umana e di cui la società complessivamente deve farsi carico, senza lasciare soli i produttori agricoli a “dimenarsi” nelle conseguenze di un modello di sviluppo che non produce più sviluppo della società umana, ma anzi produce nuove povertà, nuove discriminazioni, nuove ingiustizie, nuove precarietà”. 

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