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23 Luglio 2016
COLDIRETTI GROSSETO: INCONCEPIBILE OFFENDERE I PRODUTTORI DI GRANO

“Difficile per i produttori maremmani non lamentarsi quando per prendere un caffè si devono vendere 5 chili di grano. Difficile non lamentarsi quando il prezzo medio del grano a quintale (tra i 17 e i 18 euro) a causa di speculazioni ormai accertate è inferiore a quello di 40 anni fa”. Così Marco Bruni, presidente di Coldiretti Grosseto, risponde alle affermazioni apparse sulla stampa qualche giorno fa nelle quali un vero esperto del settore strigliava gli agricoltori maremmani rei, appunto, di lamentarsi per il prezzo del grano e più in generale per un mercato davvero dopato da contraddizioni che Coldiretti ha fatto emergere con un sit-in dinanzi al Ministero delle Politiche Agricole a Roma lo scorso 19 luglio ottenendo già qualche primo risultato. Abbiamo riflettuto a lungo prima di rispondere a queste affermazioni. Lo abbiamo fatto, e non torneremo più sull’argomento, per la dignità dei nostri produttori e più in generale di tutti gli agricoltori maremmani. La piattaforma per il settore - spiega Bruni – è indubbiamente ancora aperta così come lo è lo stato di mobilitazione e agitazione che porteremo avanti per i nostri produttori e per i consumatori”. Sulla questione è chiaro anche il direttore Andrea Renna “Sulla qualità si deve e si può indubbiamente fare ancora tanto anche se, a dire il vero, moltissimi dei nostri produttori, hanno investito per migliorare ma è davvero paradossale sparare addosso sugli agricoltori in un momento in cui c’è bisogno di sinergia, attenzione e progettualità per uscire da una crisi senza precedenti. Rispettiamo le opinioni di tutti ma non si deve esagerare e, forse, questa volta lo si è fatto. Speriamo in buona fede”. Abbiamo ottenuto primi risultati ma la guerra del grano continua – sottolinea Bruni - per dare dignità al lavoro nei campi perché è inaccettabile che oggi occorra produrre cinque chili di grano per permettersi una tazzina di caffe’. Commentiamo positivamente l’accoglimento di alcune importanti richieste da parte del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina che ha tra l’altro preso l’impegno per la moratoria dei mutui, lo studio di una assicurazione sul reddito, una contrattualistica piu’ trasparente tra agricoltori e industria, una commissione unica nazionale (CUN) per la fissazione dei prezzi e l’immediata l’applicazione di un piano cerealicolo le cui risorse siano dedicate esclusivamente alle imprese che usano esclusivamente grano italiano. Le analisi ministeriali hanno però anche permesso di smascherare la speculazioni in atto sul prezzo dei grano che colpisce i produttori con i prezzi che sono praticamente dimezzati rispetto allo scorso anno per il grano duro. Da pochi centesimi al chilo dipende la sopravvivenza migliaia di imprese agricole, ma anche il futuro del 15% del territorio agricolo che l’Italia deve difendere dagli speculatori”. Serve piu’ trasparenza sul mercato con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano impiegato nella pasta e nel pane, ma è anche necessario estendere i controlli al 100% degli arrivi da paesi extracomunitari dove sono utilizzati prodotti fitosanitari vietati da anni in Italia ed in Europa e fermare le importazioni selvagge a dazio zero che usano l’agricoltura come mezzo di scambio nei negoziati internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale. Facendo così – concludono Renna e Bruni – si potrà delineare un futuro certo al settore che però non ha bisogno di un presente in cui travisare una realtà che è, purtroppo, ben chiara a tutti forse tranne a qualche esperto che noi ci permettiamo di invitare alle nostre prossime iniziative oppure nella nostra sede per meglio declinare tutto quanto ciò.”

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Progetto: TE.Q.EVO

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