A essere tutelati sono anche i consumatori italiani che hanno acquistato nel 2015 una media di 48 chili di latte alimentare a persona mentre si posizionano al settimo posto su scala mondiale per i formaggi con 20,7 chilogrammi per persona all`anno dietro ai francesi con 25,9 chilogrammi a testa, ma anche da islandesi, finlandesi, tedeschi, estoni e svizzeri. L`obbligo di indicare l`origine in etichetta salva dall`omologazione l`identità di ben 487 diversi tipi di formaggi tradizionali censiti a livello regionale territoriale e tutelati perché realizzati secondo regole tramandate da generazioni che permettono anche di sostenere la straordinaria biodiversità delle razza bovine allevate a livello nazionale.
A essere tutelati infine sono 120 mila posti di lavoro nell`attività di allevamento da latte che generano lungo la filiera un fatturato di 28 miliardi che è la voce più importante dell`agroalimentare italiano dal punto di vista economico, ma anche da quello dell`immagine del Made in Italy. La scelta di trasparenza fatta in Italia è importante per essere più forti anche nella lotta all`agropirateria internazionale sui mercati esteri dove i formaggi Made in Italy hanno fatturato ben 2,3 miliardi (+5%) nel 2015.
Pecorino non locale o sardo spacciato come sardo o identitario di un territorio che non lo rappresenta. E taglio anche del 30% rispetto allo scorso anno del prezzo del latte. Motivazioni forti. Non si può temere di perdere tradizione e occupazione. E di non avere un futuro in un mercato che non premia le loro fatiche e che deve fare i conti con la concorrenza sleale. Dobbiamo difendere una tradizione secolare che, dopo il fallimento dello sviluppo industriale, rappresenta il vero valore aggiunto per rilanciare l'economia, il lavoro ed il turismo.
IMPORT PECORINO STRANIERO TRIPLICATO - Una vera invasione di pecorino straniero in Italia con le importazioni che sono praticamente triplicate (+ 181%) nel 2015 per un totale di 2,9 milioni di chili. E' quanto emerge dallo studio della Coldiretti sul "Pecorino Made in Italy sotto attacco" diffuso in occasione della manifestazione dei pastori sardi che in migliaia con greggi al seguito e trattori si sono mobilitati a Cagliari.
Più di 3 forme di formaggio pecorino straniero su 4 (78%) sono arrivate in Italia nel 2015 dall'Europa dell'Est, in particolare dalla Repubblica Ceca e dalla Romania. Non solo. Dalla mungitura quotidiana di una pecora si ottiene in media un litro di latte che viene pagato oggi al ribasso - denuncia la Coldiretti - appena 80 centesimi nonostante l'andamento positivo delle esportazioni di pecorino che nel 2015 sono aumentate in valore del 16%.
Dobbiamo fermare le manovre speculative coperte da atti di arroganza che non possiamo accettare, Si assiste ad un aumento esponenziale delle importazioni di bassa qualità mentre si disdicono i contratti per abbassare i compensi ai pastori con la scusa della sovrapproduzione.
IN USA SETTE PECORINI ITALIANI SU DIECI SONO 'TAROCCATI' - Negli Stati Uniti 7 pecorini di tipo italiano su 10 sono "tarocchi" nonostante il nome richiami esplicitamente al Made in Italy. E' quanto emerge dallo studio della Coldiretti sul "Pecorino Made in Italy sotto attacco", diffuso di recente a Cagliari. La produzione di imitazioni dei pecorini italiani - sottolinea la Coldiretti - nel 2015 ha raggiunto negli Usa il quantitativo di quasi 24,96 milioni di chili, con una crescita esponenziale negli ultimi 30 anni, mentre gli arrivi dei prodotti originali dall'Italia sono risultati pari a 10,81 milioni di chili nello stesso anno.
Oltre la metà della produzione di Romano cheese e similari viene realizzata in Wisconsin, ma ingenti quantità si producono anche in California e nello Stato di New York. Le imitazioni del pecorino nostrano con prodotti cosiddetti "italian sounding" riguardano in realtà diversi continenti.
Dal Romano cheese degli Stati Uniti, anche già grattugiato o in mix con il parmesan, al pecorino Friulano del Canada dove si vendono anche il Crotonese e il Romanello, tutti rigorosamente - spiega Coldiretti - fatti da latte di mucca come il Sardo argentino o il Pecorino cinese, dove una mucca sorridente si trova pure in etichetta incurante del significato del nome pecorino, sono alcuni delle imitazioni dei formaggi italiani smascherati dalla Coldiretti che ha anche mostrato il kit per la produzione casalinga del Romano venduto da una ditta inglese a circa 120 euro e che contiene recipienti, colini, garze, termometri, piccole presse oltre a lipasi ed altre polveri attraverso le quali è possibile realizzare una chiara contraffazione.
La domanda di sostenibilità ambientale che viene dai consumatori apre nuove e ampie opportunità per l'agricoltura che è in grado di esprimere grandi potenzialità nell'innovazione che creano lavoro, offrono possibilità di reddito e aiutano a far crescere un nuovo modello di sviluppo più rispettoso del territorio.
Vogliamo tracciabilità dei prodotti e poi dobbiamo costruire un rapporto di filiera: vogliamo che tutti facciano la loro parte. La rabbia di oggi deriva dal fatto che qualcuno non fa la propria parte. Il valore aggiunto della trasformazione dipende dalla qualità e dal lavoro dei pastori.
Tutto si retribuisce in considerazione di ciò che c'è dietro: lavoro, cultura e tradizione. Altro obiettivo dobbiamo migliorare nell'export e nell'internazionalizzazione. La nostra competizione non è nei grandi numeri, non li abbiamo. Noi dobbiamo puntare sulla qualità".