Dal rafforzamento dell’assessorato all’agroalimentare con poteri speciali per la gestione delle crisi di comparto alla semplificazione delle norme e delle procedure di accesso ai bandi, dalla definizione di tempi certi per l’erogazione di rimborsi e contributi all’istituzione di un fondo rotativo a sostegno delle imprese per facilitare l’accesso al credito, dalla difesa del Made in Tuscany, come patrimonio unico e non delocalizzabile fino alla conferma dell’impianto del nuovo piano faunistico venatorio approvato lo scorso luglio che per la prima volta mette al centro la tutela delle coltivazioni e del reddito agricolo: sono alcune delle priorità – e delle richieste – disegnate da Coldiretti nel manifesto “L’orgoglio di coltivare il futuro” presentato dai candidati consiglieri alle prossime elezioni regionali (12-13 ottobre) in appoggio Eugenio Giani e Alessandro Tomasi. All’ che si è tenuto a Casa Coldiretti, a Grosseto ed è stato coordinato dal presidente provinciale, Simone Castelli e dal direttore provinciale, Milena Sanna, hanno partecipato Luca Giacomelli, Leonardo Marras, Alfredo Velasco, Chiara Serracchiani, Luca Agresti, Marco Neri, Michele Bartalini, Luca Minucci e Guendalina Amati.
“Chiediamo che l’agricoltura sia riconosciuta come asset strategico dell’economia regionale confermando e rafforzando l’assessorato all’agroalimentare attraverso l’attribuzione di deleghe per la gestione della crisi di mercato che purtroppo, a causa delle distorsioni lungo la filiera, sono sempre più frequenti. L’agricoltura non è solo produzione: è cibo, salute, cultura e tutela del territorio – ha ricordato il presidente provinciale, Simone Castelli.
Il manifesto raccoglie dal basso le priorità e le aspettative delle aziende agricole emerse in occasione degli incontri organizzati in questi mesi sul territorio. A tenere banco la tutela del paesaggio, il consumo del suolo e le speculazioni energetiche che molti territorio rischiano di subire, l’emergenza climatica con la necessità di realizzare nuovi invasi e di semplificare la normativa per il recupero degli invasi già esistenti – oltre 16 mila quelli censiti - per permettere il recupero delle acque piovane ed il loro riutilizzo migliorando così la competitività delle aziende.
Il manifesto, consegnato e siglato da tutti i candidati, definisce, uno ad uno, anche le criticità dei singoli comparti agricoli, da quello zootecnico al vivaismo, dalla pesca alla cerealicoltura, dall’olivicoltura all’accoglienza e alla gestione del bosco, proponendo, come è nello stile di Coldiretti, le possibili soluzioni. Tra le proposte, in materia di lavoro, l’istituzione di un albo delle aziende senza terra per contrastare fenomeni di illegalità e sfruttamento, tema quest’ultimo che ha visto Coldiretti sempre in prima linea mentre sul fronte delle aree interne, dove i costi di produzione sono maggiori per via della minore meccanizzazione, la strada potrebbe essere quella di prevedere specifiche semplificazioni burocratiche ed agevolazioni per riequilibrare la bilancia economia delle aziende.