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12 Ottobre 2010
Tavolo tecnico sulle problematiche di filiera del pomodoro in Maremma

Allo scopo di prevenire il prossimo anno le numerose e gravose distorsioni di mercato subite nel corso della campagna 2010 dai produttori di pomodoro in provincia di Grosseto, la Federazione di Coldiretti ha promosso un incontro con i soci interessati.
Presente, assieme al Presidente di Coldiretti Grosseto, Francesco Viaggi, e al Direttore, Alessandro Corsini, l'assessore provinciale all'Agricoltura Enzo Rossi.
Nel corso dell'incontro sono state illustrate dai singoli protagonisti le varie distonie - per non parlate di vere e proprie forzature ai limiti della legalità - subite dai nostri agricoltori.
In particolare, sentite le varie testimonianze dei protagonisti della vicenda, emerge la necessità di accompagnare e tutelare da tutto principio il percorso di formazione e rispetto contrattuale tra il produttore e il commerciante-trasformatore. Numerose, infatti, sono state le testimonianze di nostri soci che si sono trovati a subire - obtorto collo - vere e proprie prevaricazioni in sede di conferimento del loro raccolto.
I soci hanno raccontato, senza reticenze e unanimemente: di vere e proprie irregolarità in sede di pesatura dei carichi di conferimento, con il loro trasportato che entrava nelle aziende al peso (poniamo) di 100, risultando poi in bolletta 75 e di applicazione assolutamente punitiva della cosiddetta "griglia", con applicazione di penalizzazioni sullo scarto ampiamente superiore alla media, normalmente attestata tra il 2.5 e l'8 %.
Sono poi emersi anche da noi gli elementi distorsivi del mercato derivanti dall'importazione "estemporanea" di semilavorati dall'estero - in particolare dalla Cina, la cui funzione economica, o meglio finanziaria, - atteso che il mercato nazionale di tale qualità di prodotto risulta modesto - sembra essere quella di fungere da variabile esterna alla filiera nazionale, adoperata abilmente per provocare un artificioso calmieramento del prezzo all'origine.
Per quanto riguarda tali problematiche sono emerse decise discrasie a seconda delle destinazioni di conferimento.
In particolare è emerso che mentre la qualità complessiva di scambio con il principale percettore di materia prima in Maremma si mostri soddisfacente, i conferimenti verso aziende meridionali si rivelino sistematicamente problematici.

A questo proposito dall'incontro è emersa la necessità di creare una stringente assistenza legale per i soci, tanto in fase precontrattuale che di attuazione della medesima. Mentre l'ottimale sarebbe, magari grazie a un deciso intervento delle amministrazioni locali e regionale, creare le condizioni per un completamento complessivo della filiera nel territorio.
Sono stati poi presi in considerazione gli aspetti derivanti dal prossimo cosiddetto "disaccoppiamento totale dei contributi per il settore dei trasformati".
Misura peraltro già richiesta dalle nostre imprese produttrici nell' aprile del 2007, per il mezzo di una petizione trasmessa all'allora Ministro dell'Agricoltura, De Castro.
Nel corso dell'incontro, tra le misure proposte per il riassetto delle dinamiche della filiera del pomodoro, è emersa la necessità di "certificare" l'eventuale carenza in merito di resa minima per ettaro, spesso in Maremma giustificata da situazioni contingenti oggettive. Inoltre è stata presa in considerazione la possibilità di anticipare la normale campagna colturale attraverso una semina ad hoc, col proposito di partecipare alle dinamiche di formazione del prezzo normalmente - e naturalmente - anticipate dalla filiera meridionale.
Su tutto - infine - è stata ribadita l'esigenza di reimplementare  i controlli in fase contrattuale, e restituire agli enti locali precise capacità ispettive contro le distorsioni del mercato.
L'incontro si è chiuso con la definizione di una scaletta di massima che permetta ai soci di affrontare gli impegni economici e produttivi della prossima campagna colturale con largo anticipo e con maggiore tutela.
Sarà inoltre messa in atto in materia un'adeguata campagna di comunicazione, in maniera da rendere edotta l'opinione pubblica in merito alle distorsioni di mercato che mettono a repentaglio la produzione nazionale di qualità, a disdoro tanto delle aziende, quanto dei consumatori.

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