Il principale momento fieristico della nostra Provincia costituisce una circostanza significativa per fare il punto della situazione sullo “stato dell’arte” della nostra economia. Dico subito, al di là delle molte e gravi problematiche che continuano a pesare sulla imprenditoria agro-alimentare, che qualche segno positivo lo possiamo registrare. E non tanto per la tanto attesa ripresa “congiunturale”, quanto per l’impegno degli agricoltori a rimpadronirsi del loro destino. Il progetto economico di Coldiretti, quello di realizzare una “Filiera agricola tutta italiana e firmata dai produttori”, comincia a sortire notevoli effetti benefici sul sistema. Innanzitutto riconquistando a vantaggio dell’agricoltore uno status di minore subordinazione psicologica nei confronti della grande distribuzione e delle piattaforme organizzate. Con la nascita dei Mercati di Campagna amica, anche a livello psicologico, coloro che producono con il loro lavoro ciò che va a finire sulle nostre tavole, hanno percepito, nel rapporto diretto col consumatore, maggiore gratificazione per il loro operato. Aumentando di pari passo la propria capacità di interagire nella dinamica di formazione dei prezzi al consumo. Certo la strada da percorrere è ancora lunga, ma a livello culturale la nostra battaglia è già vinta, con oltre il 65% delle famiglie italiane che dichiarano di essere pronte a preferire prodotti di stagione e a chilometro zero. Certo – poi – le dinamiche di mercato da affrontare sono maggiormente complesse, ma proprio l’avere stretto un “patto col consumatore” ci garantisce un peso diverso nei rapporti con le filiere commerciali. A questo proposito l’elemento chiave della politica di Coldiretti è l’impegno nella crescita della rappresentanza. Crescita sulla quale costruire un’agricoltura che sia “proprietà” dei produttori e dei consumatori. La marcia dei 50Mila a Firenze, che ha “aiutato” finalmente la nostra Regione ad adottare la nuova legge sull’agriturtismo, in modo da uniformarla a quelle vigenti nel resto del Paese, è solo un esempio di questa capacità di far sentire – quando è davvero necessario – la voce degli agricoltori; mentre l’aver dato vita ad una grande “holding della terra”, con la creazione di Consorzi agrari d’Italia permette al nostro settore di farsi ascoltare anche senza dovere scendere in piazza. A questo si aggiunga la nascita di Unci – Coldiretti, grazie alla quale l’Unione delle cooperative italiane si interfaccia con la principale rappresentanza agricola nazionale, per regolare il mercato dell’agroalimentare da posizioni non più subordinate. In forza di tutto ciò, oltre ai Mercati di Campagna Amica e alle Vendite in azienda, Coldiretti metterà in piedi una rete commerciale, quella della Vendita diretta organizzata, tutta incentrata sulla qualità e tipicità delle produzioni e sul chilometro zero. E non è poco – a proposito di congiuntura – se con questi “lumi di luna” alcuni dei nostri associati hanno incrementato la loro produzione per soddisfare ad una domanda nuova e crescente. Scommettendo su un’agricoltura fatta di cose reali e non di meri sussidi, che con la nuova Politica comunitaria – comunque – non ci saranno più.
8 Aprile 2010
Fiera del Madonnino – Saluto del presidente di Coldiretti Grosseto, Francesco Viaggi