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3 Dicembre 2011
OVINI: SALTA IL TAVOLO DEL LATTE IN TOSCANA, SCHIAFFO AL MADE IN ITALY

Made in Tuscany preso a calci. Spaccata la filiera casearia toscana. Salta il tanto atteso tavolo regionale del latte che ha messo di fronte nuovamente per discutere e definire il nuovo rapporto economico allevatori ovicaprini e industria di trasformazione.
Dopo l’efficace gentlemen’s agreement, il patto d’onore tra le parti intermediato dalla Regione Toscana che aveva fissato a 0,85 centesimi il costo che i caseifici hanno pagato agli allevatori (è valido fino al 31 dicembre 2011), la fumata bianca con la possibilità di una rimodulazione di un nuovo accordo per il 2012, non si è nemmeno intravista dalle parti di Firenze, dove questa mattina si è tenuto l’incontro.
Delusi gli allevatori che avevano chiesto un prezzo “adeguato” al mercato e variabile, in base all’applicazione di tabelle e parametri premianti la qualità delle produzioni e la toscanità, tra i 90 e 95 centesimi (Iva esclusa). Caseifici e Cooperative industriali hanno invece rilanciato, quasi a deridere la proposta degli allevatori, tra i 0,80 e 0,85 centesimi già comprensivi di Iva. “La volontà di arrivare ad un accordo – spiega Fausto Ligas, Capo Delegazione Coldiretti Toscana  – non c’è mai stata. Ora capiamo molte cose. Ci hanno proposto un accordo peggiorativo dell’attuale non tenendo minimamente in considerazione la realtà del mercato e la crisi economica che ha tagliato le gambe al settore. Non tengono né alla toscanità, né a garantirla al consumatore finale. Continueranno a camuffare etichette e ad illudere il consumatore che il latte che utilizzano è toscano quando in realtà arriverà da fuori. Siamo profondamente delusi dal loro comportamento mentre abbiamo apprezzato, al contrario, il ruolo dell’Assessorato all’Agricoltura che ha tentato, in tutti i modi, di farci trovare la quadra”.
Di questo passo, con il tavolo saltato e nessuna garanzia, la zootecnia ovicaprina in Toscana è inesorabilmente destinata all’estinzione. “In questo modo noi non siamo più in grado di produrre latte – commenta ancora Ligas – abbiamo chiesto un prezzo minimo garantito sulla base di griglie e parametri ben definiti che avrebbe premiato la qualità della produzione, e quindi, in termini migliorativi, anche il prodotto finale. Abbiamo perso un’occasione straordinaria per rilanciare il settore ovicaprino ed il vero Made in Tuscany.”
Coldiretti che insieme alle altre organizzazioni agricole ha portato avanti le trattative per quasi 2 anni, ora è pronta ad  alzare il livello di confronto passando ad azioni dimostrative. Tra le ipotesi anche picchetti davanti ai caseifici per “smascherare” il latte non Made in…Toscana.
“Ci riserviamo alcune settimane per decidere con quali modalità e con quali strumenti manifestare la nostra delusione – conclude Ligas – oggi si è scritta una brutta pagina della nostra storia. Non è così che si tutela veramente il Made in Italy”.

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