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4 Gennaio 2024
PREDAZIONI: RENZO NON HA PIU’ IL SUO PICCOLO GREGGE, SE LO SONO MANGIATO I LUPI

Il piccolo gregge di Renzo non c’è più. Se lo sono mangiato i lupi. L’anno nuovo per l’azienda agricola di Massa Marittima è iniziato nel peggiore dei modi. Due montoni sono stati uccisi dai lupi alle prime luci della mattina del 2 gennaio a pochi metri di distanza dalla porta di casa dove vivono ed abitano anche i due figli di Renzo Ristori. Il più piccolo ha tre anni. “Non mi fido più a mandarli fuori da soli. Soprattutto il più piccolo. – racconta l’imprenditore agricolo – In poche settimane, con tre diversi attacchi, hanno sterminato il nostro piccolo gregge domestico. Sei capi in tutto. Il recinto che avevo realizzato, portando la sua altezza a 2 metri, era stato in parte abbattuto. Poco più in la un capo c’è un montone completamente sventrato, l’altro era stato azzannato alla gola”. Renzo aveva acquistato sei pecore due anni fa “per tenere pulito l’uliveto”: “l’allevamento, io che vengo da una famiglia di allevatori di Chianine, che mi è sempre piaciuta. Ma se questi sono i presupposti meglio rinunciare. Tutti proteggono i predatori, ma chi protegge i nostri greggi e le nostre famiglie?”.

L’episodio di Schiantapetto, vicino alle prime abitazioni del centro abitato di Massa Marittima, secondo Coldiretti Grosseto rappresenta ormai la tragica normalità con branchi di predatori, lupi ed ibridi, che scorrazzano a piede libero senza rinunciare a farsi vedere nei centri abitati e vicino alle case rappresentando, come mai prima di oggi, un potenziale rischio per la sicurezza pubblica. “La maremma è tra le aree d’Italia più colpite e danneggiate dalla presenza dei predatori. – ricorda Simone Castelli, Presidente Coldiretti Grosseto – Le mattanze sono all’ordine del giorno ed i pastori sono costretti a cambiare radicalmente metodi di allevamento secolari per queste nostre terre preferendo razze più stanziali. Se c’era un equilibrio tra uomo e lupo è saltato da un bel pezzo. Ora va ripristinato”.

Coldiretti si è fatta promotrice, in qualità di forza trainante del mondo agricolo, di una serie di incontri con la Prefettura propendo anche delle proposte concrete: dagli interventi mirati di contenimento nelle zone a maggiore intensità predatoria di lupi ed ibridi alla necessità di più risorse per consentire di risarcire, oltre al danno diretto per l’uccisione, il danno indiretto causato dalla perdita di latte e dagli aborti, fino alla richiesta di una revisione di alcuni vincoli in merito alle recinzioni anti-predazioni. Tra le opzioni aperte sul tavolo c’è quella proposta dalla Commissione Europea di declassare lo status del lupo da "strettamente protetto" a "protetto". Una strada da subito condivisa da Coldiretti Grosseto che parla di “situazione insostenibile”. “Nel 1973 il lupo era una specie gravemente minacciata, gli esemplari censiti erano solo 100; l’ultimo censimento dell’Ispra ha di fatto certificato che non sono più una specie a rischio di estinzione. – ribadisce ancora Simone Castelli, Presidente Coldiretti Grosseto - Il progetto di ripopolamento ha funzionato talmente bene che oggi gli esemplari hanno portato ad uno squilibrio. L’aumento del numero di predatori è inversamente proporzionale a quello degli allevamenti. Questa crescita ora va riequilibrata affrontando ed osservando il problema dal punto di vista della scienza e non dell’emotività. Declassare il lupo dal suo attuale stato di protezione è sicuramente un pezzo di strada da percorrere. Serve più coraggio nell’attuare ciò che la legislazione permette già oggi di fare attraverso la direttiva Habitat”.

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