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9 Agosto 2011
Coldiretti, agricoltura in ginocchio

“Non chiediamo misure altrettanto drastiche, ma se perfino il mondo ambientalista comincia a prendere in considerazione soluzioni definitive per il contenimento degli ungulati, evidentemente il problema inizia a sfuggire al controllo di istituzioni e amministrazioni pubbliche”.
Così il presidente di Coldiretti Grosseto, Francesco Viaggi, commenta la proposta della direzione del Parco Nazionale dell’Arcipelago di “eliminare totalmente la specie”. Del resto lo stesso Fondo Internazionale per la Natura (Wwf), sentito in sede di Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, ha manifestato la necessità di “disporre un flusso unitario di informazioni sul fenomeno, ribadendo la necessità di prevedere procedure snelle per il risarcimento del danno” provocato dai selvatici. Sottolineando come “la popolazione di cinghiali sia oggettivamente squilibrata e fortemente alterata dal punto di vista del patrimonio genetico, soprattutto a causa di immissioni effettuate in maniera discutibile dal punto di vista tecnico scientifico”.
“Insomma – commenta Viaggi – la nostra agricoltura viene periodicamente messa sotto scacco da colonie di animali dalle dimensioni ormai abnormi e del tutto estranee alla fauna tradizionale del territorio”. E non a caso, anche per questioni legate alla sicurezza del cittadino, iniziano ad essere molte le sentenze della magistratura che impongono agli enti pubblici responsabili a reali assunzioni di responsabilità, tanto dal punto di vista civili che penale.  Il Tribunale di Savona ha condannato recentemente la Regione Liguria e la Provincia al pagamento del risarcimento dei danni provocati da cinghiali ad un’impresa agricola, che aveva realizzato sui propri terreni significative opere di miglioramento fondiario per l’avvio della coltivazione.

Il Tribunale ha ribadito che la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato. E che la legislazione vigente individua nelle Regioni i soggetti pubblici competenti a esercitare funzioni di gestione, controllo e tutela degli animali selvatici oltre che il compito di evitare che arrechino danni a terzi.
“Le devastazioni provocate da queste specie aliene fuori controllo – aggiunge il presidente di Coldiretti – ci costringono a stilare una sorta di quotidiano bollettino di guerra, dal quale emerge che la specie sistematicamente soccombente e quella dell’agricoltore”. Tanto è vero che già a metà luglio Coldiretti, con lettera indirizzata a Provincia, Comuni interessati e Atc Grosseto (Ambito territoriale di caccia Ndr.), chiedeva per conto dei propri associati “un provvedimento urgente al fine di contenere il numero di cinghiali presenti nel territorio”, aggiungendo che il loro soprannumero “sta provocando sia innumerevoli danni alle coltivazioni, nonché un pericolo alla pubblica sicurezza, in un periodo dell’anno che vede i nostri territori frequentati da un gran numero di turisti, la cui incolumità è continuamente messa a repentaglio da una colonia di animali ormai fuori controllo”. Le stesse aziende agricole, singolarmente, hanno inoltrato all’inizio di agosto almeno una ventina di analoghe richieste di tutela agli enti e alle amministrazioni locali, responsabili per territorio delle devastazioni di colture agricole, in particolare ai vigneti.
A tutto questo si debbono aggiungere le devastazioni provocati dall’irruenza di questi animali ai sistemi di irrigazione e alle opere sul piano di campagna per la regimazione delle acque.
“Questi cinghiali, e sottolineo questi – conclude Viaggi – sono delle voraci escavatrici impazzite: oltre a rovinare le colture, con danni pari a migliaia di euro per ogni azienda colpita, distruggono tutto al loro passaggio: smantellando linee di irrigazione, sfondando canalizzazioni di scolo e di bonifica, abbattendo ogni sorta di recinzione e protezione passiva delle quali, a caro prezzo, ci siamo dotati. E mentre si rincorre la pantera, le invocazioni di aiuto degli agricoltori rischiano di trasformarsi in ‘ultime grida dalla savana’ “.

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