“Il nostro interesse primario è quello di tutelare l’ambiente, mantenendo in equilibrio i cicli nella natura con l’attività umana. Questa situazione di armonia tra uomo e natura si chiama agricoltura, ed è alla base di ogni sistema economico che voglia investire sul futuro, piuttosto che affondare nella carta e nella demagogia”. Così il presidente di Coldiretti Grosseto, Francesco Viaggi, in merito alla approvazione da parte della Regione del “Piano regionale agricolo e forestale”, che prende atto, tra l’altro, della necessaria attività in auto tutela da parte dei coltivatori per il contenimento dai danni causati dagli ungulati.
La norma varata dal Consiglio Regionale rende lecito l’abbattimento degli ungulati a due condizioni: che siano trascorse almeno 48 ore dalla richiesta alla Provincia di appartenenza senza che questa abbia provveduto ad intervenire, e che possano provvedere a sparare ai cinghiali che danneggiano le loro piantagioni soltanto gli agricoltori che risultano iscritti in un apposito elenco redatto dall’amministrazione provinciale di competenza.
“Nel ringraziare l’Amministrazione per essere intervenuta a fronte di un problema grave e reale – argomenta Viaggi –, spiace che da alcuni settori del mondo ambientalista si siano interpretate le misure assunte dalla Regione, come un via libera alla caccia indiscriminata. In realtà noi agricoltori non siamo animati da alcuna volontà di ‘liberalizzazione delle doppiette’, essendo la nostra attività, lo ribadisco, incentrata sull’equilibrio plurimillenario tra Uomo e Natura”.
Il provvedimento regionale in materia di contenimento dei danni causati dagli ungulati si incardina sulla presa d’atto che le popolazioni di daini e cinghiali siano ormai fuori controllo. Tanto che lo stesso Fondo Internazionale per la Natura, sentito in sede di Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, ha manifestato la necessità di “disporre un flusso unitario di informazioni sul fenomeno, ribadendo la necessità di prevedere procedure snelle per il risarcimento del danno” provocato dai selvatici. Sottolineando come “la popolazione di cinghiali sia oggettivamente squilibrata e fortemente alterata dal punto di vista del patrimonio genetico, soprattutto a causa di immissioni effettuate in maniera discutibile dal punto di vista tecnico scientifico”.
“Sono certo – conclude Viaggi – che l’abbattimento degli ungulati da parte degli agricoltori sia solo una parte di soluzione, per un problema che ormai investe anche la sicurezza dei cittadini, e mi dichiaro sin d’ora pronto a collaborare con tutti quei soggetti, siano enti pubblici, che associazioni private, al definitivo superamento del problema. Nell’esclusivo interesse di un’agricoltura e di un ambiente sostenibili”.