“Subito obbligatoria l’indicazione di origine in etichetta di tutti i formaggi, ma anche l’indicazione delle loro caratteristiche specifiche a partire dai sottoprodotti” commenta Andrea Renna, direttore di Coldiretti Grosseto in seguito al caso di un bambino di 14 mesi che è stato ricoverato all'ospedale pediatrico Meyer di Firenze per un caso di probabile sindrome emolitico-uremica, provocata da Escherichia coli, collegata forse all'uso di un formaggio romeno. Dopo l’episodio l'Azienda Usl Toscana centro ha diffuso un avviso in cui invita “chiunque sia in possesso di prodotti a base di latte della ditta SC Bradet s.r.l. a non consumarli e riconsegnarli al più presto all'esercizio dove sono stati acquistati”.
Non è un caso – spiega Coldiretti - che l’89 % dei consumatori ritiene che la mancanza di etichettatura di origine possa essere ingannevole per i prodotti lattiero caseari, secondo la consultazione pubblica on line sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari condotta dal ministero delle Politiche Agricole. Ma non c’è solo il formaggio. Contiene materie prime straniere circa un terzo (33%) della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati con il marchio Made in Italy, all’insaputa dei consumatori e a danno delle aziende agricole. Coldiretti chiede, da tempo, che anche le mense scolastiche e pubbliche toscane, assicurino la tracciabilità e la completa trasparenza dei prodotti servizi a tavola premiando filiera corta e biodiversità locale.
16 Marzo 2016
COLDIRETTI GROSSETO: RIBADIAMO SUI FORMAGGI SUBITO ORIGINE IN ETICHETTA