Il parco eolico di Scansano sorgerà in una della aree a più alta densità di agriturismi d’Italia. 120 quelle nate, in questi anni, nei due comuni della maremma che hanno promosso, valorizzato e rilanciato il territorio e le sue produzioni agroalimentari e che sono valsi a Magliano la terza posizione nella classifica tra i dieci comuni con il maggior numero di strutture (91). Un primato che stride con il progetto delle cinque pale del parco eolico di Scansano che si vorrebbe realizzare in mezzo a vigne, colline, case e stalle: “quel parco distruggerà la vocazione agricola, turistica, agroalimentare di pregio, ambientale e paesaggistica di un territorio come la Doc del Morellino di Scansano”. Sono dure durissime le parole del presidente di Coldiretti Grosseto, Simone Castelli che è pronto a mobilitare gli agricoltori e le imprese del territorio, a fianco dei cittadini, per impedire “lo scempio” di questo progetto e di tutti gli altri che società ed aziende stanno tentando di realizzare in provincia di Grosseto. Sono una trentina i parchi eolici per cui è stata avanzata la richiesta di connessione alla rete elettrica nella sola maremma, quasi la metà dei 67 previsti in tutta la regione. Progetti che interessano, oltre a Scansano e Magliano, altri 14 comuni. “Siamo alla vigilia di quella che potrebbe essere la più grande e violenta trasformazione di un territorio degli ultimi 70 anni. – sentenzia Castelli – Siamo assolutamente contrari ai progetti che consumano suolo fertile destinato alla produzione alimentare e all’allevamento”.
Coldiretti era stata la prima associazione a denunciare lo scorso 4 marzo i rischi che l’agricoltura ed il paesaggio, non solo della maremma, ma di tutta la Toscana, stava correndo in seguito alla presentazione di decine di progetti per realizzare parchi solari ed eolici. Il Parco eolico di Scansano, se dovesse essere autorizzato, sorgerebbe in un’area densamente agricola dove operano 1.500 aziende tra cui 200 allevamenti. Se allarghiamo il perimetro anche ai comuni limitrofi di Pitigliano e Sorano allora i numeri raddoppiano. “Siamo pronti a mobilitarci a fianco delle amministrazioni, ai cittadini e alle associazioni. Questo progetto, così come gli altri, rischiano di riportare all’anno zero il turismo rurale andando in aperto contrasto con le politiche a sostegno dell’agricoltura e dell’accoglienza messe in campo da Piano di Sviluppo Rurale e dal Pit. – spiega il presidente Castelli – Siamo pronti a scendere in piazza per far sentire la voce della campagna”.
Coldiretti è reduce, proprio negli scorsi giorni, dall’audizione in Regione Toscana dove è entrata nel vivo la discussione sulla legge per l’individuazione delle aree idonee e non idonee per l’installazione dei Fer, gli impianti da fonti rinnovabili. “La nostra posizione è sempre stata chiara. Coldiretti non si è mai opposta alle agroenergie ma ha lottato, portando in piazza migliaia di agricoltori, per salvaguardare il suolo dalle speculazioni energetiche chiedendo ed ottenendo con una legge nazionale il divieto di installare pannelli fotovoltaici a terra, una linea di principio che diventerà parte integrante della legge regionale. Così come abbiamo lottato per ottenere più risorse per permettere alle nostre aziende di realizzare sui tetti di stalle, fienili e serre i pannelli per abbattere i costi energetici. C’è molta preoccupazione tra le imprese soprattutto nei territori dove l’installazione di parchi solari ed eolici hanno un impatto devastante sul paesaggio che è parte integrante della qualità delle produzioni, dell’ambiente e della loro narrazione. La bozza di testo ha già recepito molte delle nostre osservazioni ma ci sono ancora alcune lacune ed elementi da migliorare e migliorabili in termini di coerenza rispetto alla legislazione nazionale e soprattutto di opportunità per il mondo agricolo”.