69 Views

29 Settembre 2011
I pastori respingono la base contrattuale proposta dal nuovo caseificio di Stribugliano Coldiretti: “Una soluzione inaccettabile”

“Improponibile”. Gli allevatori del settore ovino, che fanno capo a Coldiretti, così definiscono la base della trattativa sulla quale la società Formaggi di Maremma intende costruire il rilancio del Caseifico di Sribugliano.
“Pur condividendo ancora i principi su cui si basa la nuova compagine sociale, per il rilancio della struttura ovvero la trasformazione di latte 100% maremmano, e ringraziando tutti coloro che si sono prodigati per arrivare fin qui, purtroppo mancano le minime basi per iniziare una collaborazione che rilanci il settore. Siamo profondamente sorpresi”. Così il direttore di Coldiretti Grosseto, Alessandro Corsini, ha commentato l’incontro tra i vertici del nuovo corpo sociale del caseificio e i produttori di latte ovino avvenuto ieri a Sorano (mercoledì 28 Ndr.), nel corso del quale “non è parsa emergere la volontà, lungimirante, di proporre basi contrattuali tra produttori di materia prima e società di trasformazione, che siano lontanamente rispondenti alle necessità del settore”.
E per la verità non solo i pastori rappresentati da Coldiretti hanno storto il naso, per le proposte contrattuali sottoposte alla loro attenzione nel corso della accesa assemblea svoltasi a Sorano. Tanto che l’assessore provinciale all’agricoltura, Rossi, ha faticato non poco a placare gli animi esasperati dei presenti.
“La frustrazione dei pastori è comprensibile – continua Corsini -. Si sono di fatto sobbarcati l’onere di rinunciare al reddito di un intero anno, pur di mantenere in piedi le basi di una filiera che consentisse la riapertura del caseificio di Stribugliano, e nel momento in cui si annuncia ai quattro venti l’avvenuto salvataggio di una attività tanto importante per il territorio sulla quale insiste, si vedono offrire condizioni contrattuali assolutamente incongrue”.

Condizioni che Coldiretti non accetterà, la dove non vengano profondamente riviste e parametrate sulla realtà locale. In effetti ciò che ha sconcertato i pastori maremmani, senza l’apporto dei quali sarà molto difficile realizzare un prodotto finito con certificazione a “Dop”, o di “Agriqualità”, è la mancanza di chiarezza contrattuale. Non tanto, e non solo, sulla quotazione del latte alla produzione, ma sulla assenza di forme di riconoscimento nei confronti di aziende, che per consentire il salvataggio del caseificio hanno rinunciato fin’ora a buona parte del loro reddito. Con la consapevolezza che l’attuale compagine sociale non rappresenta la continuità della gestione che ha portato al fallimento, Coldiretti auspicherebbe che la pazienza messa a disposizione dagli allevatori per i tanti mesi di attesa e le belle prospettive annunciate, venissero tenute in considerazione ed in un qualche modo ripagate.
Insomma, il “gentlemen’s agreement”, la stretta di mano tra la Regione Toscana ed il mondo dei produttori e trasformatori di pecorino toscano, che si era celebrato ad aprile e che aveva stabilito le basi minime per mantentenere in equilibrio il marcato della produzione primaria con quello della trasformazione, sembra, in questo caso, non essere tenuto nella debita considerazione.
“A meno che – conclude il direttore di Coldiretti, Corsini – non si rivedano completamente i termini di proposta contrattuale, in modo che i nostri produttori possano continuare ad essere tali, conseguendo utili, piuttosto che perdite”.

Quali buone pratiche hai messo in atto nella tuo quotidianità per ridurre l’uso della plastica?

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi