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16 Novembre 2011
Il falso Made in Italy mette in crisi l’agricoltura

“Nell'attuale momento di grave crisi, il Made in Italy viene indicato unanimemente come straordinaria opportunità per far ripartire l'economia e creare nuove occasioni di sviluppo e occupazione per il Paese”. Così il segretario nazionale di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, annuncia una possibile mobilitazione nazionale delle associazioni di categoria, preceduta “da una ferma mobilitazione territoriale, volta a raccogliere impegni e sostegno delle amministrazioni locali, dei consorzi di tutela, delle imprese, delle associazioni di consumatori, delle associazioni ambientaliste, delle parti sociali (Cgil, Cisl, e Uil in testa), atteso che il fenomeno del falso Made in Italy e dell' Italian Sounding (con commercializzazione di prodotti agroalimentari che “evocano” in nostro Paese, senza averlo neppure sfiorato Ndr.), comportano pericolose forme di delocalizzazione produttiva”. In Toscana, per scandire l'agenda delle azioni territoriali a sostegno dell'agroalimentare nazionale, tutte le federazioni provinciali Coldiretti si riuniscono in assemblea per proporre a Regione, Provincie, Comuni, Comunità Montane, Camere di Commercio e Consorzi di tutela, la approvazione di atti di indirizzo, con i quali si assumano precisi impegni a difesa e tutela dell' agroalimentare nazionale, della sua specificità territoriale e della sua qualità. E venerdì, alle ore 11, l'Assemblea dei soci di Coldiretti Grosseto incontrerà l'assessore provinciale all'agricoltura, Rossi, proprio per concordare tale agenda. “Il contrasto alla contraffazione – si legge in una interrogazione 'bipartisan' inviata dalle forze politiche al Ministero dello Sviluppo – ha conseguenze economiche e sanitarie di rilievo tanto per le imprese quanto per i consumatori, tanto che tutte le parti sociali, con un documento unitario del 4 agosto, hanno chiesto di attuare politiche incisive volte alla promozione e alla valorizzazione del Made in Italy di qualità, quale leva competitiva del Paese, in grado di valorizzarne il lavoro, il capitale e il territorio, sfruttando il potenziale di penetrazione commerciale nel mercato delle imprese italiane”. A questo proposito, ricorda il direttore di Coldiretti Grosseto, Alessandro Corsini, “ci attendiamo che il prossimo Governo si impegni ad approvare i necessari decreti attuativi della legge sulla indicazione obbligatoria in etichetta dell'origine delle materie prime”. Le distorsioni di mercato, causate da tali carenze normative, mostrano casi a dire poco paradossali. Come accade, per fare giusto un esempio, con la società Simest (controllata dal Ministero dello Sviluppo Economico), che continua a finanziare imprese italiane per produrre e commercializzare all'estero, prodotti che di italiano hanno solo il nome. “Tramite questo ed altri canali 'italian sounding' – aggiunge Corsini – sono oltre 60 i Miliardi di Euro che vengono sottratti annualmente alla nostra economia. Un fenomeno pericoloso e inquietante, tanto più per una realtà come quella maremmana, dove l'agricoltura rappresenta, sia in termini produttivi che ambientali, un elemento trainate del sistema”.
Nel corso dell'assemblea di venerdì, Coldiretti presenterà all'assessore Rossi le proposte di ordine del giorno e di delibera che verranno inoltrate a tutti gli enti e le amministrazioni locali, affinché “si assumano tutte le iniziative utili a porre rimedio alle distorsioni del mercato agroalimentare”. Nel corso delle assemblee regionali – prosegue Corsini - i rappresentanti della amministrazioni locali, dalla Regione all'ultimo Comune del territorio, saranno invitati a proporre delle soluzioni definitive ad un'altra problematica che avvilisce l'agricoltura locale, in particolare quella della maremmana: quella del sovraffollamento di predatori e ungulati,divenuto ormai causa di severa preoccupazione per coltivatori e allevatori”. Mentre infatti lupi, e/o altri canidi inselvatichiti fanno strage all'interno dei nostri allevamenti ovini, spesso costretti alla chiusura, cinghiali e altri ungulati si rendono responsabili di ingenti danni alle coltivazioni, tanto da costituire un vero e proprio ostacolo al “diritto di fare impresa”. La Toscana è la regione europea con la massima presenza di queste specie, dovuta anche alla particolare conformazione del territorio, coperto da boschi e foreste per oltre il 50%, ma anche dalla qualità ambientale particolarmente favorevole per la fauna e in particolare per gli ungulati. In drastico aumento anche il fenomeno degli storni e dei piccioni. Gli effetti della presenza, ormai fuori controllo, degli ungulati sono tangibili anche alla voce sicurezza stradale con l’aumento progressivo degli incidenti provocati, per esempio, dall’attraversamento della carreggiata. Gli altri rischi connessi alla presenza di ungulati sono di carattere sanitario: l’anomala concentrazione della popolazione di selvatici sfugge infatti ad ogni tipo di controllo. “A conclusione dell'incontro di venerdì con l'assessore Rossi – conclude Corsini – Coldiretti renderà pubbliche le proposte suggerite alle amministrazioni locali, affinché il territorio si attivi nella concreta difesa del settore agricolo. Elemento della nostra economia non virtuale. Forse uno degli ultimi, a perseguire la creazione di valore aggiunto tramite la produzione di beni e servizi reali e tangibili”.

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