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5 Ottobre 2011
La debolezza è nel prezzo del latte alla stalla

I vertici regionali di Coldiretti si sono riuniti ieri a Siena (martedì 4 ottobre Ndr.), per affrontare la situazione di crisi che mette a rischio il sistema della ovinicoltura toscana. Le problematiche principali, sulle quali i partecipanti all'incontro hanno concordato, sono quelle legate al prezzo minimo del latte alla stalla, e ai danni, diretti e indotti, causati dai predatori. Siano essi lupi, ibridi, o altri canidi inselvatichiti. Per quanto concerne la questione del prezzo, Coldiretti sottolinea come sia ormai vitale per le aziende locali, che la produzione debba essere remunerata in ragione dei costi aziendali reali. Non essendo le imprese – allo stremo – in grado di continuare a lavorare in perdita. Si tratta di una questione non irrilevante, tenuto conto che sul piatto della bilancia, insieme al prezzo del latte relativo alla nuova campagna 2012, c’è il destino di un settore, che in Toscana è costituito da 1000 aziende, con 470Mila capi ovini allevati e 60Milioni di litri di latte prodotti.
Il problema è quello di delineare un percorso economicamente sostenibile per il futuro delle nostre aziende – sottolinea il presidente di Coldiretti Grosseto, Francesco Viaggi - dando seguito al cosiddetto 'gentlemen’s agreement' (la stretta di mano tra Regione e mondo dei produttori e trasformatori di pecorino toscano, che si è celebrato ad aprile e che aveva stabilito il prezzo del latte fino alla fine dell'anno, Ndr.)”. Un accordo che vede sullo sfondo un “piano di intervento”, prodotto dalla stessa Regione, che dovrebbe sostenere con circa 600Mila euro, la qualità, la promozione e la valorizzazione del pecorino toscano Dop. Una sorta di incentivo, alle cooperative di trasformazione e caseifici che producono formaggio lavorando latte del nostro territorio. “Dunque – aggiunge Viaggi – se fino al 31 dicembre il prezzo del latte è stabilito, occorre subito un nuovo accordo di filiera che fissi un prezzo minimo garantito, sulla base di griglie e parametri ben definiti”.
Per quanto riguarda la questione dei predatori, che negli ultimi anni ha comportato la chiusura di centinai di allevamenti ovini, Coldiretti ha chiesto alle istituzioni locali, oltre ad una efficace attività di contenimento di lupi e/o ibridi, lo snellimento delle procedure per la creazione di “cimiteri aziendali”, e la predisposizione dei cosiddetti “container di smaltimento”, che consentano all'allevatore di non subire, oltre al danno diretto causato della predazione, la beffa di dover eliminare a proprie spese le carcasse degli animali uccisi.
Ci aspettiamo – conclude Viaggi – che tutti gli attori della filiera si impegnino nella reale valorizzazione dei prodotti al 100% toscani e trasformati a marchio Dop, addivenendo ad un virtuoso equilibrio tra allevatori, industriali e consumatori”.

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