75 Views

3 Marzo 2010
La nostra posizione in materia di produzione di energia eolica

La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili costituisce sicuramente un elemento in grado di ridurre l’impatto ambientale, riducendo le emissioni inquinanti nell’atmosfera.
La possibilità di sfruttare e in qualche caso “coltivare” in proprio tali fonti, siano esse di tipo solare, eolico, o da biomasse, potrebbe risultare elemento di integrazione del reddito dell’impresa agricola, e contribuire comunque alla riduzione dei costi energetici aziendali, che come è noto nel nostro Paese sono superiori del 30 % rispetto alla media dei paesi dell’Unione europea.
Le agevolazioni concesse dallo Stato per la generazione elettrica in loco, che avvenga o meno con “scambio sul posto”, consentono di fatto, nell’arco di circa 10 anni, di rientrare dall’investimento impiegato per l’impianto e beneficiare di energia praticamente a costo zero.
Per quanto riguarda l’ammortamento dell’investimento iniziale, questo può essere “alleggerito” ricorrendo a forme di finanziamento ad hoc, dalle quali si rientra cedendo i benefici concessi dallo stato per la generazione. Tutta l’energia prodotta, infatti, sia quella consumata che quella reimmessa in rete, viene remunerata al Kw/Ora ben oltre quello che  è il suo normale prezzo industriale.
Per quanto riguarda la produzione elettrica con sfruttamento del vento, è bene sottolineare alcune criticità di tale soluzione, che non appaiono del tutto congruenti con una attività agricola incentrata sulla produzione di eccellenze, il cuoi valore aggiunto si lega con la suggestione e la bellezza del paesaggio, con l’ulteriore integrazione del reddito legato al turismo.
La soluzione “eolica” ovviamente “pesa” diversamente se la si scelga come elemento di supporto all’attività complessiva dell’azienda, o come mezzo di mera produzione di reddito. In questo caso si debbono fare i conti con produzioni elettriche di un certo rilievo, che comportano l’istallazione di “torri eoliche” dal fortissimo impatto sul paesaggio,  e che comportano emissioni di rumore certo non compatibili con l’attività agrituristica tradizionale propria del nostro territorio. Tra l’altro, mettendo in conto che ogni istallazione prevede una “distanza di assoggettamento” tra le torri di 400 metri, si comprende che decidendo di fare reddito con l’eolico si finisce di fatto – nel nostro contesto territoriale – per rinunciare oltre al paesaggio, alla stessa attività agricola.
Altra incognita è la durevolezza di tali impianti e gli eventuali costi di manutenzione che potrebbero divenire significativi, proprio nel momento in cui – rientrati dall’investimento – l’istallazione dovrebbe cominciare a produrre reddito.
In definitiva Coldiretti esprime una grande preoccupazione per una diffusione indiscriminata sul territorio degli impianti eolici di grossa taglia, che tendono ad essere incentivati senza tenere in debita considerazione gli impatti sul paesaggio e sulle attività economiche. Queste ultime hanno fatto del territorio un vero e proprio fattore produttivo, legando ad esso le produzioni tipiche e di qualità attraverso una identificazione che non può essere snaturata da interventi che ne alterino la percezione. Diverso è il discorso per gli impianti eolici rientranti nella definizione di microgenerazione (con potenze inferiori ai 50Kw) .
Tali impianti dovrebbero essere, infatti, oggetto di uno specifico programma di incentivazione in quanto sono in grado di favorire la fornitura elettrica in aree difficilmente raggiungibili dalla rete (utenze isolate) e l’alimentazione di piccole reti (sistemi di pompaggio e recinzioni elettrificate), con un ridotto impatto ambientale e paesaggistico. Tra l’altro la ricerca applicata in materia di “microgenerazione eolica” appare assai interessante, e giusto nel nostro territorio ci sono aziende che producono micropale autoportanti (praticamente a manutenzione zero), in grado di contribuire utilmente alle esigenze energetiche di una nostra azienda, senza consumare terreno, e modificare il paessaggio: una sorta di versione moderna delle vecchie pompe a vento dell’ingegner Vivarelli, che ancora connotano la Maremma.

Quali buone pratiche hai messo in atto nella tuo quotidianità per ridurre l’uso della plastica?

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi