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26 Settembre 2024
LUPO: BENE DECLASSAMENTO STATUS, CHIUSA UNA STALLA SU TRE E UCCISE MIGLIAIA PECORE, CAPRI ED AGNELLINI

Il lupo fa meno paura. L’Europa va spedita verso un approccio finalmente scientifico (e non più ideologico) per affrontare l’esplosione demografica del lupo che in maremma sta uccidendo, un capo alla volta, una stalla dopo l’altra, la pastorizia. Una svolta che Coldiretti Grosseto aveva giù annunciato, dopo la manifestazione di volontà della presidente della Commissione Von Der Lyner, e che ora sembra più vicina. “Il declassamento dello status di protezione del lupo da rigorosa a semplice risponde alle richieste delle autorità locali, degli allevatori e degli agricoltori di maggiore flessibilità per gestire attivamente le concentrazioni critiche di lupi. – spiega Simone Castelli, Presidente Coldiretti Grosseto - E’ un passo avanti notevole nell’approccio alla gestione di un evidente disequilibrio che ha portato alla chiusura di quattrocento allevamenti in dieci anni nella nostra provincia contribuendo al progressivo abbandono delle campagne e all’indebolimento della filiera lattiero casearia. La modifica dello status di protezione del lupo nella Convenzione di Berna pone di fatto le basi per una conseguente modifica anche della Direttiva Habitat a livello Ue. Era una delle richieste che abbiamo avanzato e su cui abbiamo lavorato a Bruxelles. Ma prima di esultare aspettiamo il completamento del suo percorso”.

Gli attacchi dei lupi causano ogni anno la morte di migliaia di pecore, capre ed agnellini con stragi negli allevamenti di quotidiana cadenza ma che stanno portando al collasso gli allevamenti delle zone interne e montane, aggravando il pericolo di abbandono di queste aree. In meno di dieci anni, secondo i dati elaborati da Coldiretti, i predatori hanno dilaniato un capo ovi caprino su dieci portandoli sotto la soglia di mille unità e contribuito alla chiusura di una stalla su tre (circa 45 mila capi) costringendo i pastori ad alzare bandiera bianca.

Per denunciare una situazione non più sostenibile Coldiretti Grosseto ha promosso la campagna #salviamoipastori per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla silenziosa emergenza predazioni insieme cartelli stradali choc apposti davanti all’ingresso delle aziende ovine che hanno subito le predazioni e ad una mappa digitale georeferenziata dei luoghi dove si sono consumati i “delitti” con tanto di legenda informativa (giorno, azienda, località, capi uccisi). “Le recinzioni ed i risarcimenti non possono essere la soluzione e non devono più essere un alibi per evitare di affrontare questa emergenza. – spiega ancora il presidente di Coldiretti Grosseto, Simone Castelli – L’esasperazione è diventata rassegnazione. Le aziende chiudono perché non ce la fanno più e come diretta conseguenza crolla anche la produzione di latte che alimenta la filiera del pecorino Dop e di altri magnifici prodotti caseari della nostra terra. Non possiamo pensare di trasformare le nostre colline in bunker tra recinzioni e torrette di controllo. Va ristabilito un equilibrio sostenibile per tutti”.

Secondo lo studio di Life WolfAlps EU sono intorno ai 3.300 esemplari di lupo in Italia di cui 950 nelle regioni alpini e quasi 2.400 lungo il resto della penisola con una probabilità di presenza molto elevata in Toscana dove ha colonizzato quasi la totalità degli ambienti idonei e dove non è più inusuale incontrarlo anche vicino alle abitazioni come testimoniato da numerosi video ed incontri. La presenza dei predatori anche vicino alle abitazioni, in zone antropizzate, non è più un tabù. Gli avvistamenti sono quotidiani e con loro cresce la preoccupazione degli abitanti.

Dati secondo i quali il lupo non è più a rischio estinzione – sottolinea Coldiretti Grosseto – mentre aumenta il pericolo della scomparsa della presenza dell’uomo delle montagne e delle aree interne, con effetti devastanti sull’economia e sull’occupazione di questi territori, ma anche sull’assetto idrogeologico. Senza la costante opera di manutenzione assicurata dalle aziende agricole - conclude Coldiretti Grosseto –  cresce il degrado ambientale che porta con sé frane e alluvioni, rese ancora più devastanti dagli effetti dei cambiamenti climatici.

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