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21 Novembre 2023
LUPO: MAREMMA E’ CASE HISTORY, SUL TAVOLO PREFETTO PACCHETTO PROPOSTE DEGLI ALLEVATORI PER SALVARE PASTORIZIA

Interventi mirati di contenimento nelle zone a maggiore intensità predatoria di lupi ed ibridi, più risorse per consentire di risarcire, oltre al danno diretto per l’uccisione, il danno indiretto causato dalla perdita di latte e dagli aborti, meno burocrazia e revisione di alcuni vincoli per tutelare gli allevamento ovicaprini. Sono in sintesi i punti del documento elaborato da Coldiretti Grosseto che saranno illustrati in occasione del nuovo incontro con in Prefettura in agenda mercoledì 22 novembre a cui parteciperà anche la Regione Toscana, e che sono il frutto di un grande lavoro di ascolto e condivisione con gli allevatori. Un incontro che arriva a poche ore di distanza dall’ennesima mattanza, questa volta nella campagna di Roccastrada, con lo sgozzamento di alcune caprette e che bene definisce i contorni di una emergenza che sta mettendo a rischio il ricambio generazionale ed esponendo il territorio all’abbandono di tante aree marginali e pascoli. “La maremma è un case-history a livello nazionale. Partono da qui, dalla nostra organizzazione e dai nostri allevatori, una serie di soluzioni agricolo-ecologiste che tengono conto di entrambi gli animi. Il pastore è il primo ecologista e spesso l’unico guardiano di terreni collinari e montani che senza le adeguate cure possono diventare un problema per le comunità a valle ed i territori circostanti. E’ un elemento che dobbiamo tenere sempre in considerazione. – spiega Simone Castelli, Presidente Coldiretti Grosseto - Le predazioni sono aumentate del 40% negli ultimi cinque anni mentre, di contro, gli allevamenti chiudono, i nostri pascoli diventano boschi e gli avvistamenti in ambienti urbani si moltiplicano rappresentando, a nostro avviso, un problema di pubblica sicurezza. Crediamo – prosegue il presidente di Coldiretti Grosseto – che sia necessaria una catalogazione delle aree a maggior incidenza di eventi predatori con identificazione di vere e proprie zone hot spot per quali servono interventi mirati. Per riportare l’equilibrio la strada obbligata è quella del contenimento che non significa abbattimenti ma anche l’opzione catture”.

La via istituzionale è quella scelta da Coldiretti Grosseto per sondare tutte le strade percorribili che guardino anche oltre al piano nazionale lupo in discussione nella Conferenza Stato-Regioni per dare risposte vere ai 1.200 allevatori ovi-caprini che ogni giorno vedono predati le loro greggi. La maremma è tra le aree più critiche ed interessate dal fenomeno delle predazioni in Italia: più di una al giorno. L’iperbole crescente delle predazioni nelle campagna maremmane ha contribuito, insieme ad altri fattori, alla perdita dell’8,3% della superficie agricola utilizzata in gran parte concentrata proprio nelle aree montane e collinari. Sono quasi 2.500 gli eventi di predazione in regione a danno delle aziende zootecniche in un quinquennio. Due terzi tra Grosseto e Siena. Il 95% delle predazioni riguardano le pecore secondo lo studio dell’Ispra. Una presenza, quella del lupo e sempre più di ibridi, che non è più confinata alla sola montagna.

Nel 1973 il lupo era una specie gravemente minacciata, gli esemplari censiti erano solo 100; l’ultimo censimento dell’Ispra, nel 2022, ha contato 3.300 animali nelle regioni della zona peninsulare con una probabilità di presenza molto elevata in maremma dove ha colonizzato quasi la totalità degli ambienti idonei. – analizza Coldiretti Grosseto - Il progetto di ripopolamento ha funzionato talmente bene che oggi gli esemplari hanno portato ad uno squilibrio. L’aumento del numero di predatori è inversamente proporzionale a quello degli allevamenti.

Proprio nelle scorso ore il Ministro dell'Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida ha incalzato il Consiglio Ue dare seguito alle iniziative annunciate sullo status del lupo come specie protetta con la revisione della direttiva Habitat.“Declassare il lupo dal suo attuale stato di protezione è sicuramente un pezzo di strada da percorrere. – conclude il Presidente di Coldiretti, Simone Castelli - Serve più coraggio nell’attuare ciò che la legislazione permette già oggi di fare attraverso la direttiva Habitat”.

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