“Non siamo di fronte ad una calamità naturale, ma ad una vera e propria tragedia”. Così il presidente di Coldiretti Grosseto, Francesco Viaggi, appena rientrato da una prima ricognizione dei territori colpiti dalla disastrosa alluvione, che ha riportato alla mente dei maremmani i drammatici eventi del 1966. “L’agricoltura è in ginocchio – prosegue Viaggi -, tanto più se consideriamo che gli eventi di questi giorni sommano i loro effetti ai disagi provocati quest’anno prima da un inverno inaspettatamente rigido, e successivamente da una primavera – estate incredibilmente siccitosa”. L’alluvione, oltre ad avere colpito durissimamente la zona sud della provincia grossetana, ha interessato a macchia di leopardo tutta quanta la Maremma, di fatto interrompendo la filiera di colture tradizionali che rappresentano oltre il 50% della produzione regionale. Serre per la coltivazione di frutta e verdura letteralmente spazzate via dalle acque, centinaia di ettari di terreno seminativo (a frumento, cereali e foraggi) ridotti a “risaie”, centinaia di capi di bestiame e animali da cortile (solo un allevamento di ovini registra la perdita di quasi 200 pecore) sopraffatti dalle piena hanno interrotto le filiere di produzione agroalimentare. “Giusto da alcuni giorni – prosegue il presidente di Coldiretti – molti dei nostri soci avevano terminato una semina, che adesso è integralmente destinata a marcire, e non è detto che a primavera si riesca a recuperare quello che è andato perduto”. Oltre ai danni “immediati”, ciò che preoccupa gli agricoltori sono quelli “infrastrutturali”, con sistemi di irrigazione e regimazione delle acque saltati, macchinari e altri mezzi di produzione e lavorazione danneggiati, spesso irreparabilmente. “Poi ci sono i danni che hanno coinvolto direttamente le persone – nota Viaggi -; dobbiamo registrare un numero elevato di poderi e abitazioni gravemente colpite, ai quali si aggiungono molti depositi di semi pronti alla messa a dimora rovinati dall’acqua”. Coldiretti sta dando vita ad catena di solidarietà “interna”, che permetterà, soprattutto a donne e bambini, di trovare accoglienza nelle strutture agrituristiche non interessate dall’alluvione, mentre già dalla giornata di oggi i tecnici della associazione hanno iniziato un’opera di ricognizione puntuale, volta alla stima dei danni subiti dalle aziende. “Una cosa è certa – spiega Viaggi – la nostra agricoltura ha bisogno di immediati provvedimenti, capaci di mantenere vive e vitali le aziende. Chiediamo, da subito, che le prossime incombenze di carattere fiscale vengano prorogate, in maniera di lasciare agli operatori un mimo di liquidità da dedicare al ripristino dei sistemi produttivi”. E a partire da sabato prossimo, nei farmer market e nelle botteghe di Campagna Amica, Coldiretti organizzerà delle “vendite di solidarietà” dedicate alle aziende maggiormente colpite dagli eventi.
13 Novembre 2012
Maremma, agricoltori in ginocchio