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12 Gennaio 2011
NESSUN ALLARME-CARNE

Nessun allarme-carne: la qualità e la salubrità del made in Italy non possono essere messi in discussione neppure di fronte al drammatico caso di Livorno: la  donna, uccisa da una probabile variante della malattia di Creutzfeldt-Jakob, infatti, è vittima dell’eredità di un lontano passato.  
Coldiretti Toscana mette in guardia contro inutili e dannosi timori, soprattutto in Toscana dove le aziende zootecniche hanno investito e lavorato sodo per dare certezze e garanzie a chi acquista. Proprio per restituire fiducia ai consumatori ha chiesto alla Caf, la cooperativa di Borgo San Lorenzo che alleva, macella, confeziona e vende carni di animali cresciuti in Mugello, di aprire le sue porte: un modo per far toccare con mano ai cittadini la sicurezza di ciò che mettono nel piatto. Una scelta non casuale, visto che l’azienda, anche nel burrascoso periodo in cui imperversava Mucca Pazza, non ha mai perso la fiducia dei consumatori.
“Quanto è accaduto a Livorno va pensare, visti i tempi lunghi di incubazione della malattia, che il contagio sia avvenuto prima dell’adozione delle misure di sicurezza introdotte a partire dal 2001”, dice il Presidente di Coldiretti Toscana Tulio Marcelli.
“Il monitoraggio di tutti gli animali macellati, sopra i 30 mesi di età; il divieto di utilizzare farine animali per l’alimentazione del bestiame, l’eliminazione degli organi a rischio Bse dalla catena alimentare hanno prodotto importanti risultati. Ma la svolta è arrivata soprattutto con l’introduzione,  a partire dal 1° gennaio 2002, di un sistema obbligatorio di etichettatura che consente di conoscere l'origine della carne acquistata, specificando gli Stati di nascita, di ingrasso, di macellazione e di sezionamento: il codice di identificazione rappresenta una vera e propria carta d'identità del bestiame e dà a chi compra l’opportunità di scegliere la sicurezza del Made in Italy”, aggiunge il direttore di Coldiretti Toscana Roberto Maddè.
Oggi, intatto Roberto Nocentini, Presidente di Coldiretti Firenze, che riveste anche il ruolo di presidente della Caf, si è messo a disposizione di giornalisti e telecamere per rassicurare i consumatori. “Oggi tutta la carne italiana è assolutamente sicura. La Bse è praticamente scomparsa da anni dai nostri allevamenti. Lo dimostrano i dati   forniti dalla Commissione Ue: nell’unione Europea dai 37.000 animali ammalati del 1992 si è passati, nel 2009, a soli 67 casi,  su oltre 450mila test effettuati. Proprio la ritrovata sicurezza ha fatto cadere anche il divieto che obbligò anche la Toscana a rinunciare   a gustare la vera bistecca con l’osso dalla mezzanotte del 31 marzo 2001, per effetto dell'ordinanza anti Bse emanata dall’Ue, per  sette: eventi, questi, che Coldiretti ha voluto sottolineare nella nostra regione con grandi bisteccate. La prima per chiedere un ripensamento alla Commissione europea; la seconda, sempre a Greve in Chianti, per dire un addio corale al piatto simbolo della nostra cucina; la terza, in un allevamento mugellano, per dare il benvenuto alla fetta di carne con l’osso, il cui consumo veniva consentito nuovamente dopo il lungo embargo”, racconta il Presidente sempre in prima fila per difendere la qualità della carne toscana.

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