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20 Luglio 2010
Quote latte: Giustizia o chiudiamo i rubinetti

Il “vulnus” alla legalità, che gli allevatori onesti hanno subito con il decreto che ha congelato le multe per gli “splafonatori” delle quote latte, potrebbe avere una conseguenza clamorosa: il blocco nazionale della filiera. E’ quanto è emerso oggi nel corso della manifestazione a piazza Montecitorio, che ha visto la partecipazione di delegazioni di Coldiretti da tutto il Paese. “Chiuderemo i rubinetti e fermeremo le mungitrici – ha detto il presidente dell’associazione, Sergio Marini – così vedremo quale sarà la reazione dell’industria lattiero casearia, dei furbetti delle quote latte e del Governo”. Con la manifestazione di oggi Coldiretti ha inteso sottolineare come ancora una volta chi ha scelto di comportarsi correttamente e secondo la legge, subisca una beffa insopportabile. Gli allevatori che hanno pagato le multe per eccesso di produzione – spesso fisiologica – anche a costo di gravi sacrifici e con accensione di mutui pluriennali, si vedono menati per il naso da un decreto del Governo che premia chi dello splafonamento delle quote ha fatto un’attività ordinaria e non ha pagato neppure un euro delle multe comminate dall’Unione Europea. Una sperequazione insopportabile che ha fatto perdere la pazienza tanto ai vertici quanto alla base di un’associazione di categoria che rappresenta oltre il 70 % dell’agricoltura nazionale.  Se gli accertamenti in corso sono così “importanti” da determinare nella manovra la sospensione delle rate delle multe sulle quote latte, allora lo Stato rifaccia per l’ennesima volta i suoi conti, ma visto che venti anni non gli sono ancora bastati, intanto restituisca 2,4 miliardi  di euro a tutti gli allevatori che hanno versato multe non dovute e acquistato quote non necessarie calcolate su dati che lo stesso Stato oggi, con tanto di legge, ritiene non ancora certi. E’ quanto ha aggiunto il presidente della Coldiretti, Sergio Marini alla manifestazione a Piazza Montecitorio con migliaia di allevatori e coltivatori provenienti da tutte le Regioni, mentre è iniziata la discussione della manovra finanziaria con l’emendamento sulle quote latte.  “Noi rispettiamo - ha precisato Marini - sempre la legge, ma la legge rispetti noi  e se sono ancora da rifare i conti “chi sbaglia paga” deve valere per i produttori, ma anche per lo Stato”. Da uno studio della Coldiretti si evidenzia infatti che ad oggi i produttori di latte in regola hanno subito costi per la gestione delle quote latte pari a 2,42 miliardi di euro dei quali 1,7 miliardi per l’acquisto, 150 milioni per l’affitto, 220 per il versamento del prelievo e 350 milioni per l’adesione alla rateizzazione prevista dalla legge 119/03. Sono queste le somme che la Coldiretti chiede di restituire agli allevatori: “Quote latte: lo Stato deve ancora accertare? Allora ci restituisca i soldi che ci ha fatto pagare”. La questione quote ha monopolizzato il dibattito parlamentare e rischia di fare passare sotto silenzio i veri problemi degli allevamenti da latte che sono il prezzo, le contraffazioni e le importazioni anonime, ma anche le altre situazioni di difficoltà del settore agricolo che - sostiene Marini - ci auguravamo la manovra potesse risolvere. Stabilizzare le aliquote ridotte per i contributi previdenziali versati dagli imprenditori agricoli nelle zone montane e svantaggiate in scadenza il 31 luglio,  scongiurare l’insostenibile aumento delle accise del gasolio e garantire risorse al fondo bieticolo saccarifero sono vere e proprie emergenze che devono essere affrontate per evitare che il settore agricolo sia - denuncia Marini - l’unico nel quale si verifica un aumento delle tasse.
La questione quote latte è iniziata 30 anni or sono nel 1983 con l’assegnazione ad ogni Stato membro dell’Unione di una quota nazionale che poi doveva essere divisa tra i propri produttori. All’Italia fu assegnata una quota molto inferiore al consumo interno di latte. Il 1992 con la legge 468 poi il 2003 con la legge 119 e infine il 2009 con la legge 33, sono le tappe principali del difficile iter legislativo per l’applicazione delle quote latte in Italia. Degli attuali 40mila allevatori oggi in attività nel nostro Paese (erano 120mila nel 1996) sono solo un po’ più un migliaio quelli che devono alle casse dello Stato 1,7 miliardi di euro di multe maturate in questi ultimi anni. Molti allevatori si sono messi in regola in questi ultimi anni, 15mila hanno rateizzato con la legge 119 del 2003, per 350 milioni di euro, mentre altri 220 milioni di “multe” sono stati regolarmente pagati in questi ultimi 12 anni. Con l’aumento di quota nazionale previsto dalla legge 33 quest’anno per la prima volta - riferisce la Coldiretti -  il nostro Paese non supera la propria quota nazionale e quindi  per la prima volta non saranno pagate “multe” all’Unione Europea. Inoltre, con la stessa legge 33 circa 15mila posizioni (tra  possessori di quota B, affittuari di quota e altri produttori) sono state sistemate. Restano ad oggi 1300 splafonatori (che hanno prodotto negli anni più della quota assegnata) che non sono in regola e non hanno mai pagato multe ai quali l’emendamento nella manovra consente una ulteriore dilazione di sei mesi nel pagamento. Le motivazioni di questa dilazione sono anche legate, secondo l’emendamento, alla necessità di accertamenti che lo Stato dovrebbe ancora fare sull’effettivo superamento, negli anni passati, da parte dell’Italia della quota assegnata. Ecco perché la Coldiretti dice che se lo Stato si è sbagliato a fare i conti intanto restituisca i soldi a tutti gli allevatori che hanno versato multe non dovute e acquistato quote non necessarie.

Nota importante: Domani mattina, mercoledì 21, nella sede di Coldiretti Grosseto, in coda alla conferenza stampa già calendarizzata alle ore 11 sulla manifestazione ciclistica Grosseto- Marina, il presidente, Francesco Viaggi e il direttore Alessandro Corsini, aggiorneranno i colleghi della stampa citadina in merito alla questione delle quote latte, che potrebbe indurre l'associazione ad un blocco nazionale della produzione.

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